L’itinerario della ciclopista valmaggese percorre le due vie di transito storiche: le vecchie strade che collegavano i villaggi e la linea ferroviaria della Valmaggina, e consente una fruizione eccezionale del paesaggio. Attraverso i villaggi, il percorso si ricollega all’antica via che univa gli insediamenti originali (consentendo il transito di uomini e bestie, il trasporto di merci e la gestione produttiva del territorio agricolo e forestale). Si percorrono così le vecchie carrà, poi adeguate al traffico motorizzato (che negli anni ’60 è stato assorbito dalla strada cantonale). Le tratte della vecchia strada, strette e a tratti tortuose, rispondevano alle esigenze dei mezzi di trasporto a trazione lenta, e si sono rivelate ideali per il transito dei ciclisti, i quali ridiventano partecipi della vita sociale degli agglomerati. Al di fuori dei centri abitati, viene recuperato il percorso ferroviario della Valmaggina, in disuso dal 1965, sia per le tratte conservate che per quelle smantellate negli anni ’60. Per la planimetria e l’altimetria necessarie al transito dei convogli, la vecchia linea ferroviaria si contraddistingue per importanti manufatti di sostegno, livellamento e attraversamento perfettamente adeguati al transito ciclistico. Gran parte delle tratte rimaste sovrastano la strada cantonale, offrendo al ciclista sicurezza rispetto al traffico e un percorso panoramico privilegiato. Negli anni ’60 la realizzazione della nuova strada, che ha consentito di preservare molti nuclei dallo sventramento, ha comportato lo smantellamento di buone parti dello zoccolo murario della Valmaggina, in quei punti dove strada e ferrovia correvano parallele, tra fiume e montagna. Per recuperare quel tracciato si sono dovute ricostruire le tratte sacrificate e ripristinare e adeguare quelle deteriorate. Si tratta d’importanti opere di ingegneria: livellamento del tracciato con scarpate o trincee erbose, gallerie o canaloni ricavati nei massicci rocciosi; vari manufatti in pietra, quali muri di sostegno e controriva, scarpate, pile di ponti, tutti eseguiti con pietre poligonali bugnate a giunto chiuso; infine la carpenteria a traliccio metallico dei ponti. Per completare il tragitto sono stati pensati alcuni collegamenti situati al di fuori della rete stradale e del tracciato ferroviario: si tratta di due passerelle sopra il fiume Maggia e due viadotti sopra la cantonale. Questi nuovi interventi sono eseguiti in modo semplice ed economico e in sintonia con le strutture preesistenti. Per i segmenti murari erosi dalla strada, si è ricorso alla muratura ciclopica a gravità, con blocchi di cava posati a secco con giunti scagliati; i muri di sostegno sono posti in continuità con i tratti conservati e pongono la ciclopista in posizione sopraelevata (le opere murarie da risanare sono state invece ripristinate secondo le tecniche originali). Gli elementi di aggancio al suolo delle strutture in acciaio, come le fondazioni, gli ancoraggi, i raccordi alla muratura o le spalle delle passerelle e dei viadotti, sono eseguiti in calcestruzzo a vista per evidenziarne la funzione costruttiva. Il tracciato ferroviario, con i suoi muri originali e ripristinati, viene unificato da un cordolo continuo in cemento armato a contenimento della pavimentazione e fissaggio delle ringhiere della ciclopista.