Il nuovo edificio si ripropone quale terminale dell’agglomerato che contrapposto all’antica riva dei portici ha generato Piazza Grande prolungandosi verso il castello e l’attuale grande vuoto della rotonda.
L’edificio è costituito da un parallelepipedo vetrato che avvolge un corpo ellittico, il quale racchiude le sale di proiezione e lo spazio multiuso, sovrapposti su tre livelli. Una lama verticale taglia il prisma vetrato separando il settore didattico e amministrativo organizzato su cinque livelli e rivolto verso via Conturbio. Il vuoto residuo tra l’involucro vetrato e la parete ellittica del nucleo, diviene lo spazio di transizione tra i diversi settori con il foyer. La scalinata, in aggetto alla parete, dà l’accesso alla sala multiuso e ai settori didattico-amministrativi.
Lo schermo tecnologico necessario per la protezione solare dell’involucro vetrato diventa un manto maculato – il quale come attraverso una pellicola – proietta luci e ombre sulla superficie gialla del corpo ellittico, suggerendo l’immagine del pardo.